giovedì 14 aprile 2011


ISTRUZIONI PER LA CONSEGNA DELLA TERZA ATTIVITA'

Lo schema va inviato al mio indirizzo di posta elettronica lavezzo_elena@libero.it
entro mercoledì 20 aprile come allegato .pdf all'e-mail.

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Sono solo tre passaggi!!!
Se ci sono problemi chiamate i vs compagni o scrivetemi.
Ciao e Buona Pasqua!






TERRA
L'uomo con le sue attività può modificare il paesaggio naturale realizzando costruzioni, sbarrando i corsi d'acqua, perforando montagne, eliminando la vegetazione dai versanti montuosi. Spesso gli interventi dell'uomo possono essere la causa di gravi danni per la natura. Inoltre le piogge, che tendono a concentrarsi in periodi brevi ed intensi, possono provocare piene fluviali, inondazioni improvvise e una serie di problematiche per l'ambiente, la natura, l'economia e le produzioni agricole.
Anche il suolo, come l'acqua e l'aria è minacciato dall'inquinamento. Ad esempio, i corsi di acqua sotterranei inquinati portano le sostanze velenose nel terreno, inquinando anche il suolo. Questo problema è aggravato dalle difficoltà di eliminare rifiuti particolarmente tossici e dall'uso di sostanze chimiche in agricoltura. Una conseguenza gravissima dell'inquinamento del suolo è che i prodotti dell'agricoltura che noi mangiamo sono molto spesso invasi da sostanze velenose prodotte dall'inquinamento stesso.
Gli acquiferi carsici rappresentano un'importantissima risorsa idrica in moltissime regioni della Terra: i terreni carsici sono, per loro stessa natura, privi di acque superficiali, e tutta la circolazione idrica avviene in profondità. Si tratta di risorse molto delicate da utilizzare e da proteggere perchè sono particolarmente vulnerabili agli inquinamenti e all'eccessivo sfruttamento da parte dell'uomo.
COSTRUZIONE DI GRANDI OPERE
La costruzione di dighe, moli, strade, centrali per la produzione di energia, ecc. modificano il paesaggio e interferisce con i processi naturali. Questi cambiamenti sono da tenere in considerazione nella prima fase di progettazione.
Immaginiamo di sbarrare il corso di un fiume con una diga e ci accorgiamo di dover considerare:
• la stabilità della costruzione,
• la quantità dei sedimenti fluviali che non raggiungerà il mare ma che si depositerà nel lago formato dalla diga
• il pericolo di erosione per le spiagge in prossimità della foce del fiume
Lo studio accurato sulla compatibilità ambientale di una costruzione in fase di progettazione viene chiamata valutazione di impatto ambientale.
EROSIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
Per contrastare l’erosione operata dalle acque che scorrono in superficie è necessario rallentarne la velocità. A questo proposito e per proteggere l’alveo di un fiume l’uomo costruisce le briglie fluviali, una serie di gradini lungo il corso del fiume. Per tentare di impedire le inondazioni, invece, vengono costruiti degli argini artificiali; nella loro progettazione è importante tenere conto dello spazio naturale che è necessario al fiume per far defluire le acque in piena.
Per diminuire la quantità di acqua presente in un alveo durante una piena, si progettano dei serbatoi d’acqua (che possono trattenere momentaneamente una certa quantità d’acqua) e i canali scolmatori (che ne deviano il percorso).
DIFENDERSI DALLE FRANE
Le frane provocano danni ingenti alle cose e alle persone e la prevenzione viene messa in atto attraverso il consolidamento del versante a rischio. Prima di tutto è necessario individuare il terreno franoso ed evitare di costruire opere edilizie o operare scavi. Inoltre è necessario evitare che grandi quantità di acqua scorrano sulla superficie di questo terreno: vengono costruiti fossi di scolo e viene favorita la copertura vegetale.
I muri di sostegno o gabbionate, sono costruite per contenere del materiale che si muoverebbe verso il basso del pendio.
La frana del Vajont
Dal 1957 iniziarono i lavori per la costruzione di una diga che sbarrava la valle del torrente Vajont. A monte della diga si era formato un lago e le osservazioni dei geologi avevano messo in evidenza che i pendii delle montagne che lo circondavano non erano stabili: le rocce sedimentarie dei versanti erano appoggiate a strati sottostanti di argilla poco compatti e scivolavano sopra di essi. Dopo una prima frana, il 9 ottobre del 1963, 300 milioni di metri cubi di materiale scivolarono dal Monte Toc nel lago e provocarono un’onda di 40 milioni di metri cubi d’acqua che superò la diga. Gli effetti furono devastanti perché l’onda travolse il paese di Longarone ed altri centri abitati vicini. In questo caso la responsabilità dell’uomo è evidente perché non vennero tenuti in considerazione gli studi dei geologi riguardanti la fase di progettazione della diga né
quelli che seguirono ai primi movimenti franosi.


Valutazione di impatto ambientale
In Italia e nei Paesi dell’Unione europea è entrata in uso, con una direttiva CEE del 1988, la procedura di valutazione di impatto ambientale che consiste in uno studio che valuta le conseguenze che un’opera avrà sul territorio e i suoi abitanti. Il territorio studiato non si deve limitare alle zone immediatamente circostanti, ma deve comprendere tutte le aree vicine o lontane che potrebbero risentire in qualche modo dell’intervento sull’ambiente.
LE ALLUVIONI

In Italia i corsi d’acqua sono spesso caratterizzati da lunghi periodi di magra e brevi ma intense piene causate da forti precipitazioni; l’aumento della portata del torrente provoca l’aumento della velocità di scorrimento dell’acqua e la sua fuoriuscita dagli argini. Il disboscamento, gli incendi, la costruzione di opere edili in zone a rischio sono alcuni dei motivi per cui si verificano questi fenomeni.
Le acque del fiume Po rimangono imprigionate dagli argini artificiali che sono stati costruiti per 510 km su una lunghezza totale del fiume di 652 km. Inoltre molte aree intorno al corso del Po sono state disboscate e urbanizzate e di conseguenza è aumentata la velocità di scorrimento delle acque verso il fiume. In questo modo cresce il pericolo delle piene improvvise, l’acqua supera gli argini artificiali e invade le zone circostanti arrecando gravi danni all’agricoltura e ai centri abitati.
IN CILE COME SU MARTE
Un gruppo di scienziati provenienti da varie organizzazioni hanno scoperto un’area sulla Terra che presenta molte caratteristiche simili con la superficie di Marte. Studiando quest’area, il deserto cileno di Atacama, potrebbero capire come mai le precedenti missioni su Marte hanno fallito nel rilevare segni di vita. Sono stati eseguiti esperimenti di ricerca di microbi nel suolo di questo deserto e anche dopo 20 giorni di incubazione in laboratorio non è stata osservata crescita di colonie batteriche. Le condizioni uniche ai limiti di sopravvivenza del deserto di Atacama, rappresentano un’opportunità valida per gli scienziati per studiare e sviluppare nuove tecnologie.
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giovedì 7 aprile 2011

ACQUA






Le proprietà chimiche dell’acqua


La formula chimica di una molecola d’acqua è H2O: due atomi di idrogeno (H2) legati ad un atomo di ossigeno (O). I legami che si formano sono forze che si instaurano fra gli elettroni (particelle cariche negativamente) degli atomi. L’ossigeno è capace di tenerli più vicino a sé rispetto all’idrogeno e la molecola d’acqua risulta carica negativamente in corrispondenza dell’atomo di ossigeno e positivamente in corrispondenza dell’ idrogeno. Poiché due cariche opposte si attraggono, le molecole d’acqua tendono ad unirsi tra loro come calamite. (Vedi immagine)L’acqua scioglie tante sostanzeL’acqua viene definita il solvente universale perché è in grado di sciogliere un numero di sostanze superiore a quello di qualsiasi altro liquido. Per noi è una bella fortuna: se così non fosse, non potremmo bere una tazza di the caldo zuccherato perché lo zucchero rimarrebbe sul fondo della tazza. Per questo motivo l’acqua dei fiumi, dei ruscelli, dei laghi, del mare e degli oceani, che a prima vista può sembrare pura, in realtà contiene disciolti numerosissimi elementi e minerali liberati dalle rocce o provenienti dall’atmosfera. Ovunque essa scorra, sulla superficie terrestre, sotto terra o dentro il nostro corpo, l’acqua scioglie e trascina con sé un numero elevatissimo di sostanze. L’acqua svolge così una funzione essenziale: quella di trasportare, anche per lunghi percorsi, le sostanze che incontra durante il suo ciclo. L’acqua pura, come l’acqua distillata, ha un pH pari a 7 (neutro). L’acqua di mare è sensibilmente basica, con pH intorno a 8. La maggior parte delle acque dolci hanno un pH che varia da 6 a 8, tranne ovviamente le piogge acide che presentano un pH inferiore a 7. (Vedi immagine) Le proprietà fisiche dell’acqua L’acqua ha un elevato calore specifico, ossia richiede molto calore prima di riscaldarsi, e, al contrario, impiega molto tempo prima di perdere il calore accumulato e raffreddarsi. Ecco perché viene impiegata nei sistemi di refrigerazione (ad esempio nel radiatore delle autovetture, o nei sistemi di raffreddamento degli impianti nelle industrie). Ed è per questa sua caratteristica che nelle regioni costiere (o lacustri) la temperatura dell’aria è più mite: in queste zone, al variare delle stagioni, la temperatura dell’acqua, diminuendo o aumentando meno velocemente di quella dell’aria, ‘mitiga’ la temperatura dell’aria sovrastante. L’acqua ha un’elevata tensione superficiale: ossia, una volta versata su una superficie liscia, essa tende a formare gocce sferiche e non ad espandersi in una sottile pellicola. Senza la forza di gravità, una goccia d’acqua assumerebbe una forma sferica perfetta. La tensione superficiale consente alle piante di assorbire, attraverso le radici, l’acqua presente nel suolo. Sempre grazie alla tensione superficiale il sangue, composto in gran parte da molecole dell'acqua, riesce a scorrere, attraverso il sistema sanguigno, all’interno del nostro corpo.Solo acqua liquida?L'acqua, inoltre, si presenta normalmente allo stato liquido, ma può facilmente passare anche allo stato solido o allo stato gassoso.L’acqua pura passa dallo stato liquido a quello solido, ossia gela, a 0°C. A livello del mare, invece, bolle a 100°C (più si sale in quota, minore è la temperatura alla quale l’acqua inizia a bollire). (Vedi grafico) I punti di ebollizione e di congelamento dell’acqua sono usati come riferimento per tarare i termometri: nella scala centigrada, lo 0° sulla scala dei centigradi corrisponde al punto di congelamento e i 100° al punto di ebollizione. L’acqua, quando gela, si dilata, ossia riduce la sua densità a parità di volume: questo è il motivo per cui il ghiaccio galleggia sull’acqua o una bottiglia piena d’acqua messa in freezer si spacca.L’acqua è una risorsa naturale particolare in quanto è l’unica, sul nostro pianeta, che si presenta in tutti e tre gli stati fisici a seconda della temperatura circostante: liquido, solido (ghiaccio) e gassoso (vapore acqueo). L’insieme dei processi che consentono all’acqua di lasciare gli oceani, immettersi nell’atmosfera, raggiungere le terre emerse, per poi ritornare agli oceani, va sotto il nome di ciclo dell’acqua ed è alimentato dall’energia del Sole. Il ciclo dell’acqua Negli oceani l’acqua si trova allo stato liquido. Il riscaldamento solare, però, provoca l’evaporazione di una porzione dell’acqua superficiale che, trasformandosi in vapore, entra nell’atmosfera e viene trasportata dai venti. Quando una massa d’aria già ricca di vapore acqueo ne riceve ancora e si satura, o quando incontra un’altra massa d’aria più fredda, si ha il fenomeno della condensazione del vapore acqueo nell’atmosfera, ovvero il vapore si ritrasforma in acqua (o neve e ghiaccio a seconda delle condizioni di freddo). Così si originano le precipitazioni, grazie alle quali l’acqua, allo stato liquido o solido (pioggia, neve o grandine), raggiunge in parte i continenti e in parte ritorna direttamente agli oceani. L’acqua di precipitazione che cade sulle terre emerse deve ancora percorrere una strada lunga e spesso tortuosa prima di tornare nuovamente agli oceani e chiudere il ciclo. Una certa quantità di acqua penetra nel suolo per infiltrazione e in parte rimane nel suolo, in parte va ad alimentare le falde freatiche (deflusso profondo), per poi riaffiorare nei fiumi o nelle sorgenti. L’acqua rimasta nel suolo in parte evapora direttamente nell’atmosfera, in parte viene assorbita dalle radici delle piante e trasportata fino alle foglie per essere poi liberata nuovamente nell’atmosfera mediante la traspirazione. A questi due processi si attribuisce complessivamente il nome di evapotraspirazione. Infine, una certa quantità dell’acqua di precipitazione rimane sulla superficie terrestre e dà origine ai laghi e ai fiumi, attraverso i quali torna direttamente ai mari e agli oceani (deflusso superficiale). (Vedi immagine)Quanta acqua in movimento!Le quantità di acqua che si muovono lungo il ciclo possono essere stimate e valutate anche in termini numerici. Lo strumento utilizzato è il bilancio idrologico globale della Terra. La quantità totale di acqua che evapora dalla superficie degli oceani è superiore a quella che vi giunge direttamente tramite le precipitazioni. La differenza rappresenta parte della quantità d’acqua che precipita sul suolo nei diversi continenti. La quantità d’acqua totale che precipita sui continenti è infatti formata anche da quella che è evaporata non dai mari e dagli oceani, ma direttamente dal suolo.Il bilancio idrologico globale varia in funzione delle condizioni climatiche – in particolare, dell’entità delle precipitazioni – ed ha quindi caratteristiche differenti nelle diverse zone del nostro pianeta. Ad esempio, se consideriamo il clima equatoriale, osserviamo che non si registrano mai deficit durante l’anno: l’acqua disponibile è sempre abbondante perché le precipitazioni sono tali da coprire eventuali perdite. Viceversa, nel clima dei deserti caldi, le elevate temperature favoriscono l’evapotraspirazione che le scarse precipitazioni non riescono a bilanciare: in questo caso si registrano ampi deficit durante tutto l’anno e la disponibilità di acqua è molto bassa. Le differenze osservate tra i bilanci idrologici che caratterizzano questi due tipi climatici hanno un riscontro immediato sulla popolazione vegetale ed animale, la cui sopravvivenza è strettamente legata alla quantità di acqua disponibile ed utilizzabile. L’idrosfera Ciò che contraddistingue la Terra dagli altri pianeti è la presenza dei mari e degli oceani. Le immagini inviate dai satelliti mostrano la Terra come un pianeta "azzurro" poiché ricoperto per due terzi della sua superficie da gigantesche masse d’acqua. (Vedi immagine)L’insieme di tutti gli ambienti terrestri dove si trova l’acqua, in fase liquida, solida e gassosa, è definito con il termine idrosfera. La maggior parte dell’acqua si trova negli oceani, nelle acque sotterranee e in forma solida di ghiaccio nelle calotte polari. L’acqua presente nell’atmosfera, sotto forma di vapore acqueo, costituisce invece solo una minima parte della quantità totale. Ma questa piccola parte è la più importante ai fini del mantenimento del clima e del rifornimento delle falde sotterranee. (Vedi immagine)In generale, l’idrosfera può essere divisa in due ambienti differenti: i bacini d’acqua salata (mari e oceani) e quelli di acqua dolce. La principale caratteristica che differenzia i bacini d’acqua salata da quelli d’acqua dolce è il loro elevato contenuto salino (o salinità), in media pari a 35 grammi in un litro. I bacini di acqua dolce (o acque continentali) si suddividono in acque superficiali (fiumi, laghi, lagune, paludi) e in acque sotterranee (falde profonde, falde superficiali e sorgenti). Nella sezione grafici, puoi esplorare i laghi del mondo. Le acque marine Le principali caratteristiche delle acque marine sono:• la salinità: è formata dal contenuto totale dei sali presenti in 1000 grammi di acqua marina e ha un valore di circa 35 grammi. La percentuale delle varie sostanze presenti in soluzione dipendono dall’apporto dei fiumi, dalle reazioni chimiche che avvengono nei sedimenti marini, dall’attività vulcanica e dalla decomposizione degli organismi. Infatti la quantità dei sali è stabile solo ad una certa profondità, mentre in superficie e nelle zone costiere subisce variazioni anche stagionali;• i gas disciolti: ossigeno e anidride carbonica sono necessari per la vita degli organismi nelle acque. L’ossigeno è presente in quantità elevata in superficie perché l’acqua è in contatto con l’atmosfera e dove vivono gli sedimenti marini, in profondità perché la temperatura dell’acqua è bassa. L’anidride carbonica è un gas molto solubile che facilmente diffonde dall’atmosfera all’acqua marina, trasportata nell’acqua dei fiumi fino al mare e derivare dalla materia organica in stato di decomposizione;• la temperatura: oltre ad avere un’importante azione mitigatrice sul clima delle regione costiere, influenza le caratteristiche chimiche e fisiche responsabili degli spostamenti verticali delle masse d’acqua. Nello strato più superficiale (50-200 metri) la temperatura è simile a quella superficiale; nello strato termoclino (200-1000 metri) la temperatura diminuisce rapidamente; negli strati profondi continua a diminuire ma molto lentamente. Il termoclino è una superficie importante per la diffusione degli organismi negli oceani e rappresenta un ostacolo per molti animali, piante e alghe tropicali che necessitano di temperature di 15 – 20°C;• la luminosità: dipende dalla capacità della luce di propagarsi nell’acqua e riesce a illuminare solo la parte superficiale anche se l’acqua è limpida. Questa zona viene chiamata zona fotica (0-200 metri di profondità), dove si concentra la maggior parte della vita marina e del fitoplancton. (Vedi immagine)

Il vento e le onde


Il moto ondoso è causato dal vento e dalla sua azione sulla superficie del mare. In mare aperto un oggetto galleggiante sale e scende al passaggio di un’ onda, ma non si sposta lateralmente perché durante il moto ondoso viene trasmessa solo la forma dell’onda. Quindi l’acqua rimane ferma: le singole particelle d’acqua si muovono secondo un disegno circolare senza spostarsi dalla posizione originaria. Il moto ondoso non si diffonde in profondità, anzi ad una certa profondità un sommergibile si muove tranquillamente anche se in superficie c’è una forte tempesta. (Vedi immagine)La scala Beaufort stabilisce la forza del vento in base alla descrizione delle onde in 12 gradi: grado 0 in condizioni di calma con un mare senza moto ondoso (“mare d’olio”), grado 6 con vento fresco che forma onde grosse con creste di schiuma bianca, grado 12 in presenza di uragano con l’aria piena di schiuma e spruzzi, e mare completamente bianco.In prossimità della costa le onde si rompono perché diminuisce la profondità dell’acqua e le particelle non riescono più a mantenere il loro movimento circolare. Le coste spesso non sono rettilinee e le onde si infrangono prima sui promontori e dopo nelle baie. Questo fatto crea dei movimenti di acqua paralleli alla costa che formano delle vere e proprie correnti chiamate correnti di deriva litorale. Se il fondale ha dei cumuli di sabbia sommersi dall’acqua, si possono formare delle correnti di risucchio che trascinano verso il mare aperto anche i nuotatori più esperti.


Le maree

Le maree sono abbassamenti e innalzamenti periodici delle acque e sono provocati dall’attrazione gravitazionale della Luna e del Sole. Nel Mediterraneo l’escursione di marea varia dai 20 ai 50 centimetri, ma vi possono essere variazioni diverse che dipendono dalla morfologia del fondale marino. (Vedi immagine)La marea può creare alcuni fenomeni particolari. In alcuni estuari del Mare del Nord e della Manica una quantità di acqua riesce a risalire un fiume contro corrente con ripercussioni anche sulla navigabilità fluviale. Quando invece il vento spira in modo persistente e intensamente verso una costa può provocare degli innalzamenti del livello del mare anche superiori a quelli delle maree: “acqua alta” a Venezia, “storm surges” del Mare del Nord che causano danni alle coste olandesi e tedesche, i “raz de marée” delle coste francesi. In particolare “l’acqua alta” a Venezia è dovuta all’insieme di più fattori: i venti di scirocco che riescono ad innalzare l’acqua anche di 90 cm, le maree che possono avere un’altezza massima di 60 cm, le sesse, la presenza di bassa pressione e le variazioni stagionali che provocano variazioni di 20 cm. Le correnti marine


Masse enormi di acqua si spostano per lunghe distanze a causa dell’azione del vento. La direzione del movimento è dovuta alla rotazione terrestre (forza di Coriolis) che ne determina movimenti circolari. Nell’oceano Atlantico venti regolari e costanti, gli Alisei, spostano masse superficiali d’acqua verso l’equatore dove vengono deviate dalla forza di Coriolis verso ovest (corrente nord equatoriale); quando raggiungono il continente americano vengono sospinte verso nord e si accumulano nel Golfo del Messico. Le acque continuano a defluire verso l’Atlantico e formano la corrente del Golfo che segue la costa degli Stati Uniti per suddividersi poi in due parti:• una si dirige verso le Canarie e riprende il giro descritto• l’altra si muove verso nord est, raggiunge le coste nord occidentali dell’Europa e ne mitiga il clima.Nelle zone polari le acque si raffreddano, diventano più dense e cadono in profondità dove si muovono verso l’equatore. Man mano si scaldano, diventano meno dense e più leggere, e tenderanno a risalire in superficie. Questo movimento, che forma le correnti marine profonde, è molto lento: il tempo necessario perché una massa d’acqua sprofondata ritorni in superficie è anche di un migliaio di anni. Il mare Mediterraneo è molto salato rispetto all’oceano Atlantico, perciò le sue acque sono più dense. Le masse d’acqua del Mediterraneo scendono in profondità e passano nell’Atlantico attraverso lo stretto di Gibilterra; le acque dell’oceano, più leggere entrano nel Mediterraneo muovendosi in superficie. Il mar Nero è in collegamento con il mar Egeo attraverso lo stretto del Bosforo e i Dardanelli, che supera in superficie perché le sue acque sono meno dense e meno salate. L’acqua proveniente dal mar Egeo è densa e si muove sul fondo, ma non riesce a raggiungere il mar Nero perché il Bosforo non è abbastanza profondo; di conseguenza il ricambio di acqua del mar Nero è scarso e limitato. Le acque continentali

Le acque continentali sono formate da corpi idrici come i ghiacciai, i fiumi e i laghi. Al contrario delle acque marine, sono caratterizzate da una bassa salinità e si muovono verso i mari perché si trovano sempre a quote più alte:• i ghiacciai si formano al di sopra del limite delle nevi perenni per accumulo di acqua allo stato solido (neve che si trasforma in ghiaccio). Questo limite varia con la latitudine a seconda della quale si formano ghiacciai continentali che ricoprono uniformemente ampie aree, e ghiacciai montani che occupano valli in montagna. Al di sotto del limite delle nevi perenni il ghiaccio fonde e l’acqua è presente allo stato liquido• i corsi d’acqua, i torrenti e i fiumi raccolgono le acque che scorrono sulla superficie terrestre e che sono in continuo rapporto con le acque sotterranee• i laghi sono accumuli momentanei di acqua nelle depressioni delle aree continentali e sono riforniti di acqua da corsi d’acqua chiamati immissari. L’acqua defluisce negli emissari, torrenti o fiumi che si originano da un lago. L’acqua di un lago ha salinità bassa, ma presenta in sospensione molto materiale, e la temperatura dipende dalla condizioni climatiche locali. Anche le masse d’acqua dei grandi laghi possono essere messe in movimento e si verificano delle variazioni, chiamate sesse, dovute a differenze di pressione atmosferica.Non tutta l’acqua che ritorna sulla terraferma attraverso le precipitazioni viene raccolta dai fiumi, dai laghi o intrappolata nei ghiacciai. Una parte si infiltra nel terreno dove scende verso il basso per azione della forza di gravità fino a quando incontra uno strato di rocce impermeabili che non permettono più il passaggio dell’acqua; allora si forma la falda freatica. Le acque sotterranee continuano a muoversi per gravità e defluiscono verso il mare e se intersecano la superficie del suolo si forma una sorgente. Quando non si verifica questa condizione, per raggiungere la falda freatica si scavano dei pozzi artesiani dai quali è possibile estrarre l’acqua perché questa è sospinta verso la superficie dalla pressione a cui è sottoposta. Il continuo uso dell’acqua sotterranea porta ad uno svuotamento delle falde freatiche e ad un abbassamento dei suoli. Questo succede a Venezia in seguito all’estrazione di acqua utilizzata per scopi industriali legati alle attività di porto Marghera. Quando invece lo sfruttamento avviene in prossimità delle regioni costiere, l’acqua marina si infiltra nel sottosuolo occupando lo spazio lasciato libero dall’acqua dolce: danni gravi sono causati all’agricoltura e alla vegetazione, come avviene lungo il litorale di Ravenna, dove ampie zone di pineta stanno morendo.
Ciao ragazzi, un po' di giochi per riposare la mente in maniera intelligiente ...per tutti... visto che parliamo di energia...vento... http://www.eniscuola.net/getpage.aspx?id=2935&lang=ita&sez=energia ciao la prof